INFORTUNI NELLO SCI E SNOWBOARD

infortuni snowboardLa pratica dello sci e dello snowboard, tra gli sport invernali, è aumentata notevolmente nell’ultimo decennio. Entrambi gli sport sono responsabili di un numero considerevole di lesioni muscolo-scheletriche trattate ogni anno dai chirurghi ortopedici. La tipologia di infortunio più frequente interessa la testa, la spina dorsale, il bacino e gli arti inferiori e superiori. In questi sport, i meccanismi alla base delle lesioni sono spesso legati alla posizione degli arti durante l’infortunio, quella dell’atleta, il livello di esperienza e la progettazione delle attrezzature.

Infortunio alla testa
L’infortunio al capo rappresenta circa il 15% dei traumi registrati nei due sport e sono i più comuni tra le cause di morte di questi sportivi. La lesione cerebrale traumatica è fatale tra gli snowboarder e gli sciatori di tutte le età ed è un fattore che per l’88% porta alla morte (Haider et al., 2012). In una ricerca pubblicata da Levy e Smith (2000) è stato evidenziato che questa tipologia di infortunio interessa circa il 28% di tutti gli infortuni sciistici e il 33% di tutte le lesioni su snowboard. Complessivamente, Il 22% delle lesioni alla testa sono gravi abbastanza da causare segni clinici di concussioni. Nello snowboard l’utilizzo della tavola implica una posizione fissa dei piedi, la quale causa una maggiore instabilità ventrodorsale rispetto agli sci. Inoltre, questa tipologia di sportivi è particolarmente soggetta ad infortunio per caduta all’indietro e quindi a traumi occipitali.

Infortunio alla schiena
I traumi che coinvolgono la colonna vertebrale sono tra le tipologie di infortunio più comuni negli sport invernali, infatti essi comprendono dall’1% al 17% di tutti gli infortuni in sciatori e snowboarder. La tecnica dei salti e quelle di atterraggio dovrebbero essere insegnate ed enfatizzate nel giovane atleta, in quanto proprio in queste situazioni si verifica la maggior parte di questa tipologia di infortunio, i quali interessano prevalentemente il tratto toracico e lombare della colonna.

Infortunio alla spalla
Le lesioni della cintura scapolare, insieme ai traumi a carico della colonna vertebrale, sono tra gli infortuni più comuni negli sport invernali. Kim et al. (2000) hanno studiato i traumi da snowboard e sci che si sono verificati in un resort in Vermont dal 1988 al 2006 e hanno mostrato che le lesioni alla spalla e le fratture della clavicola negli snowboarder adulti rappresentavano circa l’11,7% e il 4% di tutte le tipologie di infortunio riportate, rispettivamente.
L’infortunio alla spalla spalla associato allo sci  è il risultato di quattro meccanismi:

impatto diretto

carico assiale sul braccio esteso

abduzione forzata del braccio

forze di rotazione esterne risultanti dal palo da sci ben piantato durante la caduta

Negli sciatori, dislocazioni gleno-omerali rappresentato il 5,5% di tutte le lesioni. Tra i siti di dislocazione, l’articolazione gleno-omerale è il più frequente al 49,3%, seguito dal gomito al 23,4% e il giunto acromioclavicolare al 17,9%. Inoltre, la prevalenza di fratture/lussazioni risulta più alta negli sciatori che negli snowboarder (33,9% e 12,4%, rispettivamente).

Infortunio alla mano
L’infortunio alla mano è un trauma comune nello scii e nello snowboard. La lesione più frequente risulta essere a carico dei tessuti molli e riguarda il legamento collaterale ulnare. Di fatti, il lassismo cronico di questo legamento ha reso popolare il termine “pollice dello sciatore” per descrivere questo infortunio. Il meccanismo tipico alla base di questa lesione riguarda la caduta nella quale lo sciatore prosegue in avanti mentre il bastone rimane saldamente piantato al terreno.

Infortunio al ginocchio
Le lesioni al ginocchio rappresentano circa un terzo di tutti gli infortuni sulla neve. Come per altri sport, lesioni senza contatto del legamento crociato anteriore (ACL) si verificano più frequentemente nelle femmine che nei maschi. Inoltre, nei bambini non sono rare fratture del femore associate allo sci alpino, e del piatto tibiale negli gli adulti.

Infortuni ai piedi
Grazie all’evoluzione nella progettazione di scarponi e attacchi da sci, negli anni si è verificata una riduzione delle lesioni ai piedi e alle caviglie negli sciatori. In uno studio relativo all’infortunio sciistico sostenuto in due aree sportive dal 1972 al 1994, Deibert et al. (1998) hanno registrato una riduzione complessiva pari al 43% nel numero di traumi alla caviglia sostenuti all’inizio dello studio rispetto al numero registrato alla fine. Le fratture e le distorsioni della caviglia, nei due sport, costituiscono la maggior parte di queste lesioni.

Prevenzione degli infortuni

Nei pazienti ammessi alla terapia intensiva, il punteggio medio di gravità dell’infortunio era notevolmente inferiore per quelli chi indossavano la protezione, rispetto a quelli sprovvisti del casco. Sebbene il gli autori dello studio hanno evidenziato un’elevata tendenza all’utilizzo del casco, un sostanziale numero di pazienti (circa il 40%) ne risultava sprovvisto.
Tra le precauzioni adottabili, anche l’utilizzo del polsino può ridurre notevolmente il rischio di lesioni al polso, tra cui distorsioni e fratture. In uno studio di Idzikowski et al. (2000), le donne che utilizzavano protezioni al polso durante una competizione di sci hanno registrato un tasso di infortunio, a carico di questa articolazione, ridotto del 50%. Tuttavia, non ci sono particolari indicazioni sul tipo di design o sulla tecnologia più appropriata per questa particolare attrezzatura.
Poche fonti in letteratura riportano dati sull’utilizzo di ginocchiere e la loro capacità di prevenire le lesioni alle ginocchia nello sci e nello snowboard. Kocher et al. (2003) hanno esaminato una campione di 180 sciatori alpini professionisti con infortuni al ACL ed hanno scoperto che i soggetti che utilizzavano ginocchiere avevano una probabilità pari a 6 volte in meno di subire un infortunio al ginocchio rispetto a quelli che non la utilizzavano.

Abbigliamento per ridurre il rischio di infortunio

Diversi studi hanno dimostrato che: il 50% delle lesioni nello snowboard colpiscono l’estremità inferiore e sono legati al tipo di attacco e scarpone utilizzato.
Gli attacchi da snowboard, a differenza di quelli utilizzati nello sci ricreativo, non sono rilasciabili. Un’eccezione invece risulta essere il telemark sci, in cui manca la rilegatura sul tallone e gli scarponi utilizzati sono complessivamente più leggeri e flessibili. Inoltre, scarponi con tallone “aperto”, possono ridurre il rischio di fratture in seguito a cadute in avanti. Sono disponibili tre tipi diversi di scarponi da snowboard: morbidi, ibridi e duri. Lo scarpone morbido, utilizzato da sportivi amatoriali, è tradizionalmente costruito in pelle o in materiale sintetico e consente una guida confortevole, specialmente nelle manovre. Diversamente, stivali da snowboard duri sono indossati principalmente dai corridori. Salto di uno snowboarder da rampa. Questi ultimi potrebbero però esporre l’atleta ad una probabilità più elevata di lesioni a carico del ginocchio rispetto a stivali morbidi, i quali risultano invece salvaguardare maggiormente l’articolazione della caviglia. Infine, programmi mirati a migliorare la stabilità, caratteristici del core training, dovrebbero rientrare nei programmi di prevenzione proposti da medici e personal trainer.

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