ZUCCHERI SEMPLICI E COMPLESSI, QUALI ELIMINARE

ZUCCHERI SEMPLICI E COMPLESSI, QUALI ELIMINARE?
Cercando su Pubmed (un servizio di ricerca gratuito di letteratura scientifica biomedica dal 1949 ad oggi) “sugar addiction” i risultati che si ottengono sono 1208, con studi crescenti in questo ambito dal 1950 ad oggi e preoccupanti associazioni tra il consumo di zuccheri e:

ZUCCHERI SEMPLICI– ridotta aspettativa di vita 
– cancro
– dipendenza (con tutti i comportamenti che si attuano nelle situazioni di tossicodipendenza)
malattie cardiovascolari


Ma non solo! Ci sono studi interessantissimi sulla ridotta capacità di saziabilità e sulla tolleranza allo zucchero. 
Infatti, oltre al fatto che il consumo di zucchero è direttamente legato a patologie anche gravi, nei confronti di esso l’organismo si comporta come se fosse una droga, costruendo una tolleranza nei suoi confronti e spingendo il corpo ad assumerne sempre di più.
Questo ha senso se pensiamo al fatto che l’essere umano è fatto per sopravvivere, come tutti gli esseri viventi della terra, e in funzione di questo crea strategie per costruire riserve di energie che possano tenerci in vita anche a fronte di un periodo di carestia. Lo zucchero, infatti, è una molecola ad alta densità calorica, molto energetica e piacevole al gusto proprio perché associata all’energia; alimenti con queste caratteristiche “devono” (evoluzionisticamente) piacere a tutti perché energetici e molto utili al corpo.

Lo zucchero, inteso come carboidrato semplice, è assorbito molto velocemente dal corpo: si immette nel flusso sanguigno e provoca un rapido innalzamento della glicemia (picco). Questo fornisce energia immediata al corpo ma il picco sale tanto velocemente quanto scende: dopo poco tempo l’energia sarà finita perché il glucosio sarà consumato o immagazzinato (grazie all’insulina, ormone che si attiva a seguito del picco glicemico) e il corpo ne sentirà la mancanza, provando i cosiddetti “cravings” per cui saremo indotti a cercarne ancora.

Riflettiamo però sul fatto che, per i nostri antenati, lo standard massimo di dolcezza era dato dalla frutta fresca matura che cresce sugli alberi, non certo dalle merendine industriali che troviamo al giorno d’oggi nei supermercati. Lo stesso cacao inteso come seme amaro, da cui tutt’oggi si ottiene il cioccolato, non piacerebbe a tutti. Quindi gli alimenti zuccherini che abbiamo oggi a disposizione (o lo stesso zucchero raffinato) in natura non si trovano, sono ipercalorici perché spesso associati a grassi e altri carboidrati (come nel caso dei dolci) e poveri di fibra e acqua (come nel caso della frutta fresca) che rallenterebbero l’assorbimento di zucchero nel sangue (abbassando il picco glicemico) e contribuirebbero al senso di fame.
Oltre alla diversa qualità del cibo, oggi c’è una diversa disponibilità di cibo, per cui si è passati dal problema delle carestie al problema dell’obesità (prima causa di morte negli USA) per abbondanza di cibo, facilmente reperibile, per cui i nostri antenati lavoravano duro e per cui noi dobbiamo solo recarci al supermercato. Giustamente, un tempo ci si preoccupava di fare scorta di cibo per far fronte a periodi di “magra”, oggi non abbiamo questo problema e, anzi, dobbiamo prestare attenzione a non esagerare tra cibo e sedentarietà.
Gli alimenti industrializzati e lo zucchero hanno cambiato i nostri gusti, il nostro palato e le nostre scelte alimentari: sin da piccoli cresciamo con gusti dolci fuori dalla norma e scombiniamo completamente il nostro senso del gusto. Proprio per questo raccomando sempre anche di prestare attenzione a cosa facciamo mangiare ai bambini per non abituarli a determinati gusti che li porteranno quasi certamente alla scelta di alimenti ad alta densità calorica poco sazianti e nocivi per la nostra salute, anche in età adulta.
Anche per gli adulti è fondamentale sforzarsi a mangiare “pulito”, con prodotti più grezzi possibile e meno lavorati, industrializzati e raffinati, proprio per la salute del nostro organismo e le abitudini del nostro palato, che può ancora essere educato.
Il mio consiglio, senza mezzi termini, è quello di escludere i dolci dalla dieta, eliminarli dall’alimentazione giornaliera ma anche settimanale, smettendo di comprare determinati prodotti al supermercato. Lasciamo che il dolce entri nella nostra alimentazione solo occasionalmente (1 volta al mese, come indicazioni della piramide mediterranea).
di Marta Filippini

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