CONSUMO DI ALCOLICI E DIETA

alcoliciUna delle domande più frequenti in visita riguarda il consumo di alcolici e il loro impatto sulla dieta. La risposta è lunga e complessa, visto che non si limita a un mero calcolo calorico, quindi approfondiamo la questione in questo articolo. L’alcol è una sostanza che non apporta nutrienti al nostro corpo: infatti, è solo calorico, ma le calorie che apporta (7 calorie per grammo, contro le 4 per grammo di carboidrati e proteine e le 9 dei grassi) sono dette “vuote” ovvero l’alcol non è una molecola che serve al nostro corpo, non la usa per sintetizzare nulla e anzi risulta tossica.

La sua tossicità è dimostrata scientificamente e infatti l’alcol è inserito tra i cancerogeni di tipo 1 (gruppo che comprende sostanze che sono direttamente attribuibili allo sviluppo di diversi tipi di tumori nell’uomocome ad esempio il benzene e derivati, il fumo, il virus dell’epatite B e C e le radiazioni ionizzanti) dall’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) e dalla IARC (agenzia internazionale della ricerca sul cancro).

È dannoso a lungo termine in quanto, oltre a fare ingrassare:
aumenta la glicemia post-prandiale
– incrementa le VLDL nel sangue (lipoproteine a bassa densità che trasportano i lipidi verso i tessuti periferici del corpo)
favorisce il deposito in loco di grasso andando a favorire la comparsa della steatosi epatica alcolica, il cosiddetto “fegato grasso”

Oltre a tutte le complicazioni metaboliche intrinseche dovute alla secrezione di citochine pro-infiammatorie (analogamente al grasso viscerale addominale), gli effetti dell’alcol possono portare alla steatoepatite (infiammazione del fegato) e alla cirrosi epatica (condizione cronico degenerativa, ovvero può solo peggiorare) che a sua volta in gravi casi di abuso porta all’epatocarcinoma.
E per quanto riguarda il grasso e la composizione corporea? L’alcol inibisce l’uso del glucosio e dei grassi a scopo energetico; si accumulano così acetil-coenzima A e prodotti intermedi del metabolismo del glucosio che portano alla lipogenesi (sintesi di acidi grassi).

Un avvertimento per chi è in massa: l’alcol interferisce con la crescita muscolare, ostacolandola.
Un altro motivo per cui il consumo di bevande alcoliche potenzialmente può far ingrassare consiste nel fatto che si tratti di una sostanza liquida, poco saziante, che crea dipendenza: condizioni che facilmente, se non controllate, portano a berne in eccesso.

Tornando alle calorie, ecco una tabella utile per orientarsi, stilata da CREA (consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria).
L’alcol è sempre sconsigliato in caso di reflusso, gravidanza e allattamento, emorroidi.
La birra è sconsigliata in caso di intolleranza al glutine e disbiosi della flora batterica vaginale.

Il vino rosso secondo le linee guida è concesso con moderazione: questo sarebbe dovuto al resveratrolo (polifenolo antiossidante) contenuto nella buccia degli acini d’uva ma è bene ricordare che le concentrazioni sono minime e considerando l’alcol in generale sono più i contro dei pro. Preferiamo altre fonti di antiossidanti e limitiamo il consumo di alcolici.

Il consiglio è quello di limitare l’alcol a una/due volte a settimana, nel weekend magari, godendosi la socialità del momento.

di Marta Filippini

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